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Il complice

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Non riusciva a ricordare dove si trovava

appena li incontrò chiedendo di iniziare

sapeva che in silenzio facevano il suo nome

e, come sempre, ci teneva all’ultima parola

certo, la ragione la capiva ma che importava

se anche lei glielo avvolgeva mentre gli altri

lo aspettavano fingendo per il merito

che mica ci pensava al tempo che mancava

se qualcuno lo vedeva trascinarsi senza peso

loro, comunque, parlavano del solito

e dopo averlo ammesso lo avvertirono a più voci:

senza la sua adesione non lo avrebbero seguito

non era per rivalsa ma per assuefazione

anche perché non li aveva mai visti così soli

soprattutto quando scelse di affrontarli

rivelando del contagio e del tasso di astinenza

ormai era convinto: non era possibile continuare

avrebbe accettato la sua parte e poi sarebbe andato

come quando minacciò di abbandonarli

mentre loro discutevano dei sospetti accumulati

o come quando lo coinvolsero nonostante i suoi timori

per la vera identità, l’arte indecisa, lo stile indifeso

va bene, lui non afferrava la carne di nessuno

e non aveva mai cercato un motivo per non farlo

che poi era un po’ come azzardare e guardare

ai suoi legami come a un’unica intuizione

ora lo sapeva, e a restare era solo una vecchia cicatrice

un’impronta ormai sbiadita a difesa della pelle.

 

 Fabrizio Giulietti - 23/08/2021 15:20:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

ma sì, sì, ognuno ha il suo fulcro. l’aspetto, del resto, più intrigante del nostro stile, risiede proprio nella constatazione che se una composizione la leggono cento persone, avrà cento significati diversi... compiuta, certo, ma nell’ambito di una più estesa molteplicità concettuale, come accennavo a ferdinando. in realtà, il progetto era di raccoglierle, in un ipotetico libro, in una specifica sezione intitolata "la figura e se stesso"... oh, sublime poetessa, dialettica mezzi-fini, umano troppo umano, ho fondato la mia causa sul nulla, ma tu ti abbeveri alla mia stessa sorgente, come ben sai, ha ha ha... e allora, è meglio essere piccoli nella storia dei grandi, o grandi nella storia dei piccoli? direi la terza, ovviamente... a me ormai bastano sei isolati, trovo tutto lì... sono giunto al ponte su un asino, l’ho attraversato su un leone, e oltrepassato nella mano di un fanciullo. la montagna era alta e impervia, ma nella caverna ho ritrovato l’animale... ora non occorre più scendere, l’intuizione è qualità e l’idea è ricongiungimento... "andate via da me e guardatevi da Zarathustra", ha urlato Dioniso, ed è lì che "tutto è in frantumi e danza"... grazie a te, ely...

 Elisa Mazzieri - 18/08/2021 01:37:00 [ leggi altri commenti di Elisa Mazzieri » ]

Ci provo anche io a commentare, sebbene mi sembra sia stato "detto il fulcro". A me, invece, di primo impatto, ha dato impressioni di un componimento già compiuto. Più che ’estratto’ - scusa la rima - da un insieme. Un trittico? O, comunque di un perno che accenna e sostanzialmente regge il movimento spontaneo agitato -quindi perso o potenzialmente perso-in assenza o in pausa di una vera presa di coscienza.
Complice è, quindi, mi chiedo, chi si presta e appresta alla giusta azione ignorando volutamente il legame imprescindibile tra fine e mezzo?
Se fosse una Idea, sarebbe una Idea che, comunque, non scende a patti né giudica. Un’idea "avverata" nel caos prima che nella pratica. Una Idea che deve sopportare il suo alleggiamento vacuo per non rischiare di farsi pragmatica tout court.
Oppure.
Si potrebbe partire dallo Spirito, il Coraggio, la Volontà e infine l’Umano troppo Umano. Ma, certe cause si fondano sul nulla.
Grazie Fabrizio.
E pardon per il rimando, marcatamente personale.

 Fabrizio Giulietti - 27/07/2021 14:54:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

ops, perdona la ripetizione incoraggianti-incoraggiato... dimentico sempre che i commenti non si possono correggere...

 Fabrizio Giulietti - 27/07/2021 14:46:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

scruti a fondo e individui il sommerso... il testo si inserisce, infatti, in una più ampia dimensione concettuale che racchiude altre due composizioni di analoga impostazione... ti dirò, inoltre, che proprio le tue recenti considerazioni incoraggianti sulla "lingua parlata" mi hanno incoraggiato a superare perplessità e tentennamenti in merito alla loro pubblicazione. precedentemente, infatti, ne avevo postata soltanto una (Rimedi Inattuali")... e quindi grazie ancora e sempre a te, irreprensibile scandagliatore dell’animo umano...

 Ferdinando Giordano - 27/07/2021 11:01:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

Ho l’impressione che questo sia un brano di un tessuto più ampio. Mi piace la segretezza che pervade il testo. Mi piace la tua venuta in lingua parlata; forse è in questo scostamento coraggioso il suo lirismo. Grazie, sempre.

 Fabrizio Giulietti - 20/07/2021 12:11:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

grazie di cuore darl, un abbraccio...

 Darlene - 19/07/2021 20:58:00 [ leggi altri commenti di Darlene » ]

Io vedo un uomo che sta vivendo una sorta di crisi interiore, di dispersione. Si riprende il tema di legami non autentici, bensì fittizi. È un tema universale, la condizione in cui si trova ciascuno per affrontare dinamiche di tutti i giorni, un appoggio necessario. Il compromesso. Si richiede a quest’uomo una adesione, ma è fittizia anche quella. In fondo è chiaro che a loro non importa nulla di lui e anche lui, sa benissimo che chiedono la sua opinione solo perché sono soli. Non hanno scelta. “Mica ci pensava, al tempo che mancava”. Perché? Se l’avesse fatto, avrebbe dato maggiore peso alle parole, soprattutto perché ci teneva che la sua fosse l’ultima. La parte finale descrive alla perfezione l’angoscia di questa persona, tra bene e male, tra giusto e sbagliato. Il tema che affronti maggiormente e che fa impazzire tutti, il vero io, la vera identità, quella ricerca di se stessi nella profondità... Ma in fondo, la chiusa alleggerisce ogni congettura, non è più credibile. E proprio in questa conclusione ci viene svelato quello che già supponevamo. Non c’è autenticità in questi legami, sono stati solo un’intuizione. Cos’è l’intuizione? Un’idea, ma anche meno. Una luce fugace che arriva e passa subito. Complice... siamo tutti complici, per comodità spesso, anche in cose che non condividiamo in pieno. Il titolo è già un’accusa.. Molto bella, estremamente intricata come solo l’animo umano può essere.

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